Il 29 aprile scorso la nostra zona ha vissuto momenti che non avremmo voluto vedere: la legittima commemorazione dell’assassinio di Sergio Ramelli, giovanissimo esponente della destra milanese, vigliaccamente ucciso nel 1975 da un gruppo di militanti di Avanguardia Operaia poi condannati per omicidio volontario, si è trasformata in una marcia neofascista con bandiere celtiche e saluti romani che offendono la coscienza democratica, perché diverso è commemorare un assassinio politico che va condannato da chi è contro la violenza, e l’Anpi già nel 1985 lo testimoniò con le parole dell’allora Presidente provinciale Tino Casali, dall’inneggiare a chi stava dalla parte della violenza, della dittatura e degli assassinii come metodo politico.
Comunicato stampa Anpi provinciale
Intervento di Moni Ovadia sulle colonne de l’Unità del 5 maggio