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Archive for novembre 2013

La zona di Milano Città Studi ha dato un grande contributo all’antifascismo e alla Resistenza.
L’antifascismo è stato fortemente presente nei grandi quartieri di case popolari come nelle grandi fabbriche: la Bianchi, in viale Abruzzi, la OLAP, in piazza Leonardo Da Vinci, l’Innocenti, a Lambrate, l’Officina ATM di via Teodosio, ma anche nella zona universitaria: al Politecnico, con il rettore Cassinis (poi Sindaco di Milano) e la medaglia d’oro della Resistenza Gianfranco Mattei, e nelle scuole medie superiori: il liceo Carducci, con il prof. Quintino Di Vona, caduto nella Resistenza, il Virgilio (con il prof. Antonio Basso, primo Provveditore agli Studi dopo la Liberazione, il professionale femminile Caterina da Siena, con la prof. Lina Merlin.

La zona ha dato anche un contributo di sangue alla Resistenza: oltre 150 sono i nomi presenti sulle lapidi che ricordano i caduti nelle sue vie e piazze; migliaia sono stati i suoi partigiani presenti nelle formazioni in montagna e i città.

Voglio qui ricordare quattro famiglie antifasciste da me conosciute e a lungo frequentate.

I Venegoni

tesseraPCIIl più importante dei Venegoni è stato Carlo. Carlo Venegoni fu tra i fondatori del PCI nel 1921, delegato al Congresso dell’Internazionale comunista nel 1924 a Mosca.
Con i fratelli Mauro, Pierino e Guido dette vita la Partito Comunista clandestino a Legnano durante il fascismo. Condannato dal Tribunale speciale fascista a 10 anni, ne trascorse in carcere 7 e successivamente altri tre al confino. Con i fratelli divenne combattente nella Resistenza armata.
Fu arrestato e deportato; nel campo di concentramento di Bolzano conobbe Ada Buffulini, che divenne sua moglie nel dopoguerra e dalle quale ebbe tre figli: Mauro Dario e Marina.
Dopo la Liberazione divenne deputato per il PCI, segretario generale della Camera del Lavoro di Milano negli anni ’50 (fui suo biografo ufficiale, in quanto allora lavoravo all’ufficio stampa della CdL), presidente nazionale dell’INCA–CGIL. Nel 1954 feci la campagna per lui nel collegio di Legnano per le elezioni provinciali.
Alla sua morte nel 1983 gli venne intitolata la sezione “25 Aprile” del PCI nel corso di una commemorazione nella sede di via Canaletto, con discorsi di Gianni Cervetti e mio.
Il fratello Mauro era stato torturato e ucciso dai fascisti nel 1944 a Legnano; gli è stata conferita la Medaglia d’oro, a Legnano gli è stata intitolata una via e la locale sezione dell’ANPI.
Il fratello Guido fu senatore del PCI e segretario della FIOM di Milano.
Il fratello Pierino, deportato in Germania, dopo la Liberazione divenne presidente della Sezione ANPI di Legnano.
La moglie di Carlo, Ada, era radiologo: fu anche responsabile femminile della Sezione Serrati del PCI negli anni ’50, della quale ero il segretario. Dopo la sua morte le hanno intitolato una via a Bolzano.
Il figlio Mauro, medico, è stato delegato con me nel 1969 al 9° Congresso del PCI a Bologna.
Dario, giornalista, redattore dell’Unità, ha poi ricoperto la carica di presidente dell’ANED (Associazione Deportati) di Milano.
Marina, radiologa, è stata impegnata in prima persona nei movimenti del ’68.
Carlo abitava in via Dall’Ongaro. Spesso lo portavo a casa con la macchina dalle riunioni sindacali e di partito (non aveva e non guidava la macchina). Soffriva di una grave forma di psoriasi alle gambe.

Gli Scotti

spagnaFrancesco Scotti è stato comandante delle Brigate internazionali in Spagna nel 1936 ed esponente di primo piano della Resistenza in Italia, in Piemonte e Lombardia.
Dopo la Liberazione è stato segretario della Federazione milanese del PCI e presidente dell’ANPI di Milano. Senatore, membro del Comitato Centrale del PCI.
La moglie Carmen, conosciuta in Spagna, è stata attiva dirigente dell’ANPI di Milano.
Il figlio Beppe, medico, ha avuto incarichi importanti in diversi ospedali milanesi. La figlia Giulia, psicologa, ha lavorato in alcuni ospedali e nei Consultori familiari.
Con Francesco ho avuto una lunga frequentazione. Dovetti anche mediare una polemica tra lui e Davide Lajolo (Ulisse), che ha scritto il libro “Il voltagabbana” dove racconta di aver partecipato alla guerra di Spagna dalla parte dei fascisti, per poi ricredersi e diventare partigiano in Italia nelle Langhe e poi giornalista e scrittore, direttore de “L’Unità” e di “Giorni Vie Nuove”. A Scotti non era piaciuto il racconto di Ulisse sulla guerra di Spagna. Nel 1956 Scotti, in quanto presidente della Commissione di controllo della Federazione del PCI, ebbe l’incarico di svolgere una inchiesta sulla sezione Serrati (poi 25 Aprile) e di cui ero segretario, perché accusata di aver criticato la posizione del partito sui fatti d’Ungheria, ma Scotti assolse la sezione. Nel 1967 feci parte con Scotti di una delegazione a Mosca per il 50° Anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.
La famiglia Scotti ha abitato in via Tiepolo.

I Vallini

Agenore Vallini, in carcere sotto il fascismo, fu dirigente del PCI clandestino a Milano, prendendo parte attiva alla Resistenza come membro della segreteria della Federazione clandestina del PCI.
logo25apr21La moglie Gianna, partigiana, dopo la Liberazione è stata presidente provinciale dell’API (Associazione pionieri italiani, organizzazione dei ragazzi di sinistra) e successivamente per molti anni presidente della Sezione ANPI “25 Aprile”, della quale fui per oltre 15 anni vice-presidente, fino alla sua morte, dopo la quale la sostituii come presidente della Sezione.
Negli anni ’50 fui ospite con mia moglie nella sua casetta a Casale Corte Cerro, sul Lago Maggiore.
Gianna poi nel 1985 realizzò, con il contributo del Consiglio di Zona 11, il libro “Il lungo cammino della lotta per la libertà”, con la collaborazione di Luciano Raimondi e mia, dedicato alla Resistenza nella zona. Nella dedica Gianna ha scritto “Al caro compagno Libero Traversa con stima, simpatia e con tanto tanto affetto come ad un mio figlio”.
Uno dei due figli, Edio, giovane operaio del TIBB, divenne giornalista e scrittore noto per il suo libro “Operai del Nord”. Il fratello Roberto è stato presidente del circolo “Il quartiere” di Via Amadeo, poi presidente regionale dell’ARCI (Associazione ricreativa culturale) e venne eletto consigliere regionale per il PCI negli anni ’80. Sua compagna divenne Maria Luisa Sangiorgio. deputata del PCI.
Maria Luisa era figlia di un meraviglioso compagno, operaio, alfiere portabandiera dell’ANPI provinciale; da pensionato collaborò con me nell’azienda dove lavoravo.
Di Agenore voglio ricordare il nostro viaggio nel 1971 con una delegazione a Lipsia, nella DDR, per partecipare alla manifestazione del Primo Maggio.
La Famiglia Vallini abitava in via Carlo Forlanini.

I Traversa

antifasciMio padre Benedetto venne a Milano da Bari nel 1909, per lavorare come operaio ebanista alla fabbrica di treni “Meani Silvestri” (Poi diventa OM – FIAT). Si impegnò nel sindacalismo corridoniano (da Filippo Corridoni), e si sposò con mia madre, Nella.
Andò in guerra nel 1915, fu ferito nel 1917 sull’Isonzo. Nel dopoguerra non aderì nel 1919 ai fasci di combattimento fondati da Mussolini (assieme al quale – quand’era socialista – nel 1913 era finito in galera durante uno sciopero). Nel 1920 partecipò alla occupazione della fabbrica e quindi ne venne cacciato.
Aprì un laboratorio di “articoli per belle arti” (per pittori e scultori) in via Pisacane, dove lavoravano anche i figli Andrea ( Nino) e Salvatore (Rino)
Durante il periodo fascista, mio padre era sorvegliato speciale e fu più volte arrestato perché il suo laboratorio era anche un centro antifascista per artisti e pittori milanesi.
Mio fratello Rino è caduto in Russia, nella battaglia del Don nel gennaio 1943 e dove era stato inviato con la Divisione Vicenza.
Mio fratello Nino era a Cefalonia con la Divisione Acqui l’8 settembre 1943. Si salvò dall’eccidio nazista, fuggendo in Grecia dove combatté con i partigiani greci fino alla fina della guerra con il nome di “Capitano Andrea”. Invalido di guerra, fu responsabile della commissione partigiani all’estero dell’ANPI di Milano.
Dopo la caduta dei colonnelli in Grecia, fu invitato ad Atene per ricevere una decorazione da parte di Melina Mercouri, ministro della cultura.
Mia sorella Franca prese parte alla Resistenza con la SAP della fabbrica dove lavorava, la FACE, alla Bovisa. Io entrai nella Resistenza in una formazione di Giustizia e Libertà a Milano, nell’agosto 1944. Il 25 Aprile 1945 partecipai , con mio padre e mia sorella, alla occupazione del Palazzo di Giustizia, entrando nella Polizia giudiziaria al servizio del Tribunale del CLN.
La casa della famiglia Traversa è in via Caronti.

Libero Traversa

striscione

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tesseramento-anpi-nazionale

 MILANO 24 NOVEMBRE – LOGGIA DEI MERCANTI

L’ANPI dice no agli attuali tentativi di riforma costituzionale

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Lunedì 25 Novembre 2013 – ore 21,00
presso  Cooperativa “La Liberazione” – via Lomellina 14

clicca qui per la locandina

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Presentazione del libro:

“MIE MEMORIE MUSICA ALTRO”
di LUIGI PESTALOZZA

Introduce LIBERO TRAVERSA
Testimonianza di CLIVE CUETO

Presiede ANTONIO QUATELA
Presidente Sezione ANPI “25 Aprile”

Sarà presente l’Autore

Al termine seguirà un brindisi

LUIGI PESTALOZZA
pestalozzaLuigi Pestalozza è nato a Milano nel 1928. Partecipa alla Resistenza come partigiano nelle formazioni “Giustizia e Libertà”.
Laureato in Giurisprudenza, diventa poi uno dei massimi studiosi della musica in Italia e all’estero e pubblica numerosi saggi e studi sulle musiche dell’800 e del ‘900 . Docente di storia della musica all’Accademia di Brera.
Direttore della rivista “Musica e Realtà”, organizza numerosi concerti e incontri in Italia e all’estero. Effettua numerosi viaggi in Africa e in Europa orientale, partecipando a manifestazioni e convegni musicali internazionali. Molte le iniziative da lui organizzate per celebrare la Resistenza e l’antifascismo in teatri, tra cui la Scala, e nei vari festival in tutta Italia.
Dopo la Liberazione è iscritto al PSI, collaborando con Lelio Basso. Nel 1956 entra nel PCI assumendo incarichi nazionali di partito, nel settore della musica e della cultura ed entra nel Comitato Centrale.
Dopo lo scioglimento del PCI , è tra i fondatori di Rifondazione Comunista e poi promotore e dirigente del Partito dei Comunisti Italiani. Nel 1992 diventa vice presidente della Associazione Culturale Marxista, fa parte del comitato di direzione della rivista “Marxismo oggi”.
Da molti anni è dirigente dell’ANPI , membro del Comitato provinciale milanese e presidente onorario della Sezione “25 Aprile”
Nel 2008 è stato insignito dell’ “Ambrogino d’oro” del Comune di Milano..

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storeiresistenzaUn libro per principio, penso, non vada mai spiegato, ma letto. E quando si racconta un libro non voglio mai sapere, come del resto di un film, il finale. Sono immancabilmente desideroso di sorprese.
Ebbene questo libro è un libro che vi sorprenderà capitolo dopo capitolo per la ricchezza di narrazioni e curiosità che scoprirete sul tema della Resistenza.
Storie della Resistenza, curato da Italo Poma e Domenico Gallo, è una immersione nella complessità delle vicende di quella stagione. E’, come dicono i curatori del volume, un’antologia di scritti “a caldo” ad opera di intellettuali, scrittori, poeti che attraversarono di persona quella formidabile pagina di storia epica e tragica al tempo stesso.
E’ un libro che si muove, a mio parere, nella scia di un giudizio forte e severo di Liliana Segre, la quale durante un convegno di accreditati storici impegnati a filosofeggiare sugli orrori della Shoah ha affermato: “Che parlino giustamente i testimoni prima di ogni altro”. Affermazione che condivido in toto.
Nove sono, per così dire, le tappe che ci accompagnano in questo viaggio verso la libertà. Dalla controversa questione che registra la difficoltà di trovare una definizione condivisibile di Resistenza. Esempio: fu guerra di liberazione o guerra sociale, guerra civile o guerra di classe, o forse fu tutte queste cose?
A seguire si parla dei buoni maestri dell’antifascismo, cioè di coloro che seppero mantenere la schiena dritta e affrontarono la persecuzione mussoliniana per non aver accettato l’iscrizione o compromessi con il regime.
La terza sezione affronta la problematica questione che molti giovani di quella generazione dovettero affrontare: diventare partigiano o di finire tra i “ragazzi di Salò”, oppure starsene alla finestra in attesa degli eventi?
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