Sant’Anna di Stazzema è un piccolo paese arroccato sui monti che fanno da sfondo alla Versilia, per arrivare una strada tortuosa in mezzo ai boschi e lì la strada finisce, un’oasi di pace lontana da tutto. 70 anni fa su quella strada si mossero con intento omicida, senza neppure la canagliesca motivazione di una rappresaglia contro le azioni dei partigiani, le SS della sedicesima divisione Reichsfürer H. Himmler, immancabilmente guidate da fascisti traditori.
Come si legge sul sito http://www.santannadistazzema.org/ quella mattina di agosto “560 ne uccisero, senza pietà in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe. E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie. A Sant’Anna, quel giorno, uccisero l’umanità intera. La strage di Sant’Anna di Stazzema desta ancora oggi un senso di sgomento e di profonda desolazione civile e morale, poiché rappresenta una delle pagine più brutali della barbarie nazifascista, il cancro che aveva colpito l’Europa e che devastò i valori della democrazia e della tolleranza. Rappresentò un odioso oltraggio compiuto ai danni della dignità umana. Quel giorno l’uomo decise di negare se stesso, di rinunciare alla difesa ed al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati.”
Simbolo della disperazione ma anche della volontà di lotta contro la barbarie di quel giorno terribile è sicuramente Genny Marsili raffigurata nel disegno di Carlo Levi nell’atto di lanciare uno zoccolo contro un soldato tedesco che stava entrando nella stalla, in cui erano state rinchiuse una quarantina di persone, per impedire che potesse scorgere il figlioletto nascosto in un anfratto dietro la porta. Il soldato finì con una scarica Genny ma non scorse il bimbo, la stalla venne data alle fiamme e Mario, il figlioletto, pur avvolto dalle fiamme che piagarono il suo corpo riuscì a salvarsi. Il lancio dello zoccolo contro gli aguzzini è diventato simbolo del coraggio contro la crudeltà nazifascista
Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2003 in occasione del 58° anniversario della Liberazione ha conferito a Genny Bibolotti Marsili la Medaglia d’Oro al Valor Civile con questa motivazione:
Con istintivo ed amoroso slancio, anche se gravemente ferita, per salvare la vita al figlioletto che aveva nascosto, non esitava a richiamare su di sé l’attenzione di un soldato tedesco, scagliando sul medesimo il proprio zoccolo, ottenendo in risposta una raffica di mitraglia che ne stroncava la giovane esistenza.
Nobile esempio di amore materno spinto fino all’estremo sacrificio.
Sant’Anna di Stazzema (LU), 12 agosto 1944
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