Dalla seconda di copertina:
“Si tratta di impedire a una maggioranza, che non ha ricevuto alcun mandato al riguardo, di mutare la Costituzione: si arrogherebbe un compito che solo una nuova Assemblea costituente, programmaticamente eletta per questo e a sistema proporzionale, potrebbe assolvere come veramente rappresentativa di tutto il popolo. Altrimenti sarebbe un autentico colpo di Stato.”
Lo ha detto, nel 1994, Giuseppe Dossetti.
Un avvertimento che rischia di cadere nel vuoto se, con il referendum di autunno, la legge di revisione costituzionale imposta dal governo Renzi entrasse in vigore con la nuova legge elettorale (l’Italicum). Due “riforme” approvate a colpi di ghigliottine, canguri e altre indegne scorciatoie.
Che cosa diventerebbe la nostra democrazia, se tutto ciò dovesse accadere? Marco Travaglio e Silvia Truzzi smontano a una a una le bugie che i riformatori spacciano da mesi a reti unificate e spiegano le ragioni del NO in questo libretto di pronto intervento. Anzi di pronto soccorso.
Dalla quarta di copertina:
PERCHÉ VOTARE NO
La “nuova” Costituzione Renzi – Boschi – Verdini è scritta coi piedi, prolissa e incomprensibile. L’articolo 70, per esempio, passa da 9 a 439 parole.
2. La Camera avrà deputati per 2/3 non eletti ma nominati dai capipartito. Il Senato 100 senatori nominati dai Consigli regionali tra consiglieri e sindaci, protetti dall’immunità
3. Il primo partito, anche se rappresenta il 20-25% dei votanti, avrà il 54% dei deputati e il suo capo sarà padrone del governo, del Parlamento, del Quirinale, delle Authority e della Rai.
4. Il bicameralismo non è affatto superato: il ping pong dalle leggi Camera-Senato rimane e i sistemi di approvazione passano da 2 a 10. Dal bicameralismo perfetto al bicameralismo confuso.
5. Per le leggi di iniziativa popolare, le firme da raccogliere passano da 50 a 150 mila. Per i referendum (in cambio di un quorum un po’ ridotto) da 500 a 800 mila.
Ps. Se vince il No, Renzi e la Boschi hanno promesso di andare a casa. Quasi quasi...
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