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Archive for the ‘ANPI informa’ Category

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Le “Pietre d’Inciampo” sono piccoli blocchi di pietra ricoperti di ottone che vengono posti davanti alla residenza di un deportato nei campi di concentramento e di sterminio nazisti  da cui non fecero ritorno.

Obiettivo della “Pietra d’Inciampo” è quello di mantenere viva la memoria delle vittime della ideologia nazifascista nel luogo simbolo della vita quotidiana, l’abitazione, il luogo di lavoro, di chi fu deportato per la sola colpa di essere nato o perché scelse di combattere l’orrore nazifascista.

Sabato 20 gennaio saranno posate 2 pietre d’inciampo nella nostra Zona:
alle 10,45 in viale Lombardia 65 in ricordo di Angelo Fiocchi, lavoratore dell’Alfa Romeo
alle 11,05 in via Stradella 13 in ricordo di Enzo Capitano, studente del Liceo Carducci e a seguire incontro con gli studenti del Carducci in via Beroldo con Liliana Segre.

Angelo Fiocchi

Angelo Fiocchi nasce a Lambrate (MI) il 15 ottobre 1911, da famiglia operaia, primo di quattro fratelli. Sposa Pierina Conti ed hanno una figlia; abitano a Milano in Viale Lombardia, 65, quartiere di edilizia popolare realizzato dalla Soc. Umanitaria nel 1909, seconda iniziativa di questo tipo nella città di Milano.
E’ assunto come fattorino all’Alfa Romeo, dove già lavoravano la moglie ed una cugina.
Partecipa in prima persona, con volantinaggio all’interno dell’Alfa Romeo, all’organizzazione dello sciopero generale del 1° marzo 1944, che per otto giorni blocca le più grandi fabbriche del Nord. Informato che il suo nome era stato segnalato alla polizia politica, aveva programmato di aggregarsi alle formazioni partigiane di montagna, ma la notte prima della partenza viene arrestato e condotto a S. Vittore. Da qui a Fossoli: riesce a buttare dal convoglio un biglietto con la fede nuziale, che viene trovato fortunosamente da un ferroviere e recapitato alla famiglia. Con il convoglio 32, partito l’8 marzo 1944 da Firenze e transitato per Fossoli, arriva a Mauthausen l’11 marzo 1944.
Il 26 marzo 1944 è trasferito ad Ebensee (Cement) dove è adibito allo scavo di gallerie nella montagna per l’installazione di impianti industriali da sottrarre alla minaccia di bombardamenti aerei.
Muore sempre ad Ebensee il 7 aprile 1945, un mese prima della liberazione del campo.

 

Enzo Capitano

Enzo Capitano nasce a Milano il 26 gennaio 1927, primo di quattro fratelli. Nel 1943 è allievo del Liceo Classico Carducci ed aderisce al Fronte della Gioventù di Eugenio Curiel, che subito dopo l’8 settembre, con l’influenza del prof. Quintino Di Vona dello stesso liceo, si oppone al nuovo regime di Salò ed all’occupazione nazista. Il prof. Di Vona sarà fucilato il 7 settembre del 1944 a Inzago dalle brigate nere. Già a gennaio ’44 Enzo Capitano viene prelevato a scuola con altri compagni da fascisti della Brigata Muti e sottoposto ad interrogatorio e violenze fisiche. Viene comunque rilasciato poco dopo. Dopo l’assassinio di Di Vona intensifica l’attività antifascista ed è nuovamente arrestato il 22 dicembre 1944 a seguito della denuncia di un traditore. Condotto a S. Vittore, viene consegnato alle SS tedesche. Il 16 gennaio 1945 viene deportato a Bolzano, dove avrà la matricola 8361-Celle: nel passaggio da Brescia riesce a buttare dal finestrino un biglietto che, miracolosamente ed in forma anonima, arriva alla famiglia. Il biglietto inizia: “L’ anima buona che raccoglie questo biglietto faccia un grande piacere ad un deportato e lo spedisca alla Famiglia Capitano, via Stradella 13, Milano. Caro papà, cara mamma, carissimi fratello e sorelle, purtroppo sono stato assegnato al campo di concentramento….”
Pochi giorni dopo viene caricato su un treno con destinazione Flossenburg: durante il viaggio, prima del passaggio del Brennero, con altri due deportati, riesce a saltare dal treno e tutti trovano rifugio in un casolare vicino: vengono traditi e consegnati ai tedeschi che li riportano a Bolzano.
Il 1° febbraio 1945 è nuovamente deportato, questa volta con destinazione Mauthausen. In marzo è inviato ad un vicino campo di lavoro, per rientrare a Mauthausen ai primi di aprile in condizioni di estremo deperimento. Il giorno della liberazione del campo Enzo Capitano è in infermeria, ma non sono disponibili risorse sufficienti alla sua sopravvivenza: muore il 9 maggio 1945.

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Il nostro murale

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La Piazza

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L’intervento di Roberto Cenati

 

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Al mattino…

 

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… e di sera

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Due giorni antifascisti di musica, dibattiti e cultura di parte

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Assemblea dei collettivi studenteschi di zona

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Musica con The Strangers

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Conferenza “Dalla Resistenza di Kobane”

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Flussi migratori e populismi di destra

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Il murale “Odio chi non parteggia”

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Finale in musica

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cenatiEsprimo a nome dell’ANPI nazionale e dell’ANPI Provinciale di Milano la mia affettuosa vicinanza ad Alessandro e ai familiari così duramente colpiti, come tutti noi, dalla scomparsa del nostro caro compagno Luigi Pestalozza, Vicepresidente dell’ANPI Provinciale di Milano.
Conoscevo da decenni Luigi, prima ancora che ci incontrassimo nella sede storica dell’ANPI di via Mascagni. Luigi era di famiglia antifascista. Il padre fu uno dei sette avvocati di Milano che non si iscrisse mai al fascio. Prima ancora di Luigi ho conosciuto Michi Cima che diventerà sua moglie. La mia famiglia di origine e i miei nonni abitavamo nello stesso stabile e sullo stesso pianerottolo della famiglia di Michi. Il padre di Michi era stato arrestato per attività antifascista e rinchiuso per 40 giorni nel carcere di San Vittore.
libro pestalozza.jpgTra Michi e Luigi era nato un grande amore. L’ultimo libro di Luigi sulle sue memorie riporta significativamente questa dedica: “A mia moglie Michi, Micaela Cima, indispensabile”. Luigi mi ha raccontato che quando era andato a chiedere la mano di Michi aveva trovato il Signor Cima in difficoltà. Quasi scusandosi il Signor Cima gli aveva confessato di avere un problema: quello di non essere riuscito a mettere da parte un corredo per la figlia, per ristrettezze economiche.
Luigi ha partecipato alla Resistenza, a Milano, nelle formazioni di Giustizia e Libertà, con Bruno Trentin. Mi ha raccontato della gioia da lui provata durante il grande sciopero generale dell’1-8 marzo 1944. I tranvieri erano scesi in lotta. Luigi si trovava, una mattina, in Corso XXII Marzo e quella via era percorsa da decine e decine di milanesi che si erano rifiutati di salire sui tram guidati dai fascisti e percorrevano a piedi, con gesto di sfida, quasi con felicità, quel lungo tratto di strada.
Quella per l’antifascismo, per l’ANPI, è stata per Luigi una scelta di vita.
Luigi definiva l’antifascismo, vero artefice della storia nazionale, come la cultura del cambiamento storico, la rottura, il ripensamento di tutto quanto è stato fatto, imposto fino al 1945. Il 25 aprile della Resistenza ha segnato – osservava Luigi nel libro Mie memorie – il vero spartiacque e “ha significato la rifondazione sociale, culturale, civile, del modo di pensare e reimpostare tutti i rapporti: per cui subito ci fu la Repubblica e con essa il voto esteso alle donne.”
Il suo impegno, il suo contributo alla nostra Associazione è stato continuativo ed incessante. “Sono appartenuto e apparterrò sempre alla generazione dell’impegno” era solito affermare.
labaro.jpgRicordo i numerosi interventi di Pestalozza al Comitato Provinciale dell’ANPI e all’Assemblea dei Presidenti di Sezione, molto critici sulla politica, appiattita sui problemi del quotidiano e priva di un ampio respiro ideale e culturale, sul berlusconismo, sulla preoccupante deriva dell’etica pubblica. E’ prevalsa, nel corso degli ultimi decenni una cultura del “non pensare”- osservava Luigi – “o del non pensare ad altro che a salvare se stessi dalla crisi che travolge il paese.” La spesa per la cultura – denunciava Luigi – viene considerata come spesa non obbligatoria, come spesa discrezionale, con contributi sempre più modesti o addirittura negati, con un disegno ben preciso: attribuire completamente al privato l’iniziativa culturale, il governo della cultura, in ogni suo campo, come in quello sulla musica, la sua grande passione.
Stenuo difensore della Costituzione, Luigi si è sempre battuto per la sua attuazione, per la sua conoscenza e diffusione soprattutto tra i giovani.
E siamo certi che il suo instancabile impegno non sarebbe venuto meno quest’anno, in cui ricorre il settantesimo anniversario della sua approvazione.
Mancherà a tutti noi la sua passione, la sua preparazione, il suo spessore culturale.
Personalmente oltre a perdere un compagno perdo un amico che mi ha sempre incoraggiato, nel mio difficile compito di Presidente Provinciale, a proseguire il cammino intrapreso, offrendo sempre la sua più ampia e completa disponibilità.
“Se hai bisogno – mi scrisse recentemente – sono con convinzione a disposizione”.
L’ho sentito, per l’ultima volta, lunedì 13 febbraio, il giorno prima che venisse ricoverato.
bandiera.jpgIl suo ultimo pensiero era rivolto all’ANPI e alla sua sezione 25 Aprile, di cui era Presidente Onorario.
Mi aveva pregato di portare il suo saluto alla tradizionale assemblea annuale.
Questa è l’immagine di Luigi che conserverò sempre nel cuore.
Grazie Luigi. Hai fatto tanto per noi. Ora riposa in pace. Noi continueremo la tua battaglia per la riaffermazione dei valori dell’antifascismo, della pace e dei principi sanciti nella Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza

Roberto Cenati  

liberoPotrei parlare a lungo di Luigi e dei miei ultimi trent’anni passati accanto a lui.
Abbiamo vissuto due storie parallele e convergenti. Nella Resistenza tutti e due giovanissimi in “Giustizia e Libertà” a Milano, ma senza conoscerci.
Tutti e due presenti nel 1962 di via Mengoni nel momento in cui venne ucciso Giovanni Ardizzone. Poi insieme contro lo scioglimento del PCI, nella famosa “Terza Mozione” di Armando Cossutta, poi con Cossutta in Rifondazione Comunista e con i Comunisti Italiani. E sempre nell’ANPI.
E ancora i venti anni passati nella Associazione Culturale Marxista e con la rivista “Marxismo Oggi” assieme a Mario Vegetti, Guido Oldrini, Severino Galante, Nunzia Augeri.
Poi quando presentai il suo ultimo libro “Mie memorie, vita. Altro” alla Cooperativa Liberazione nel 2013. E poi Luigi ha presentato il mio libro su Cossutta nel 2015 al Centro Marchesi.
Ma per capire chi era Luigi voglio ricordare un episodio particolare. Nell’ottobre del 1998 presiedetti l’Assemblea costitutiva del Partito dei Comunisti Italiani alla Camera del Lavoro di Milano, alla fine della quale chiesi a Cossutta di inserire nel governo, nel quale sarebbero entrati come ministri Oliviero Diliberto e Katia Belillo, anche Luigi come sottosegretario alla Cultura. Cossutta fu d’accordo e chiese l’adesione di Luigi, il quale rispose di no. Non voleva lasciare la sua città e soprattutto la sua Musica. Questo era Luigi. Realtà e Musica.

Libero Traversa

maurizioCari amici, compagni e compagne,
un ultimo commosso saluto al compagno partigiano Prof. Luigi Pestalozza, storico della musica, comunista, combattente, torturato da repubblichini e salvatosi fortunosamente dal plotone di esecuzione. Presidente onorario della nostra Sezione ANPI 25 Aprile,
Ci mancherai Luigi. Per chi ha avuto il privilegio di conoscerti non può non averti ammirato per la tua coerenza di antifascista, per la tua onestà, per il tuo pensiero non omologabile, mai banale, per il tuo considerarti sempre comunista, schierato dalla parte vera, giusta che sta dalla parte della storia vera che riguarda gli uomini non i potenti. Contro lo sfruttamento, il gerarchismo e le discriminazioni fra uomo e uomo della società borghese.
L’antifascismo come fine della storia e inizio di una storia diversa che vede l’uomo come protagonista e contro la restaurazione fascista nello Stato e nella società.
L’Italia – amava ripetere – è organicamente ancora fascista perché nega l’antifascismo.”
In queste poche parole c’era tutta l’amarezza di partigiano deluso ma che nell’ANPI aveva trovato la prosecuzione di quei valori che a 16 anni lo avevano portato alla clandestinità.
Per Luigi Pestalozza storico della musica di fama internazionale, la curvatura melodica del linguaggio parlato non può essere incomprensibile. Il linguaggio deve essere comunicato e diventa melodia. La parola nella musica è decisiva. Ha una sua radice. Con La Nuova Musica Italiana, insieme a Luigi Nono, Manzoni, Gino Negri e tanti altri riporta al vero Giuseppe Verdi non nella concezione borghese della vita ma quella che vuole il popolo come protagonista. Calare l’opera nei rapporti reali, dentro la vita quotidiana. Nel rapporto d’amore reale fra un uomo e una donna reali che si amano a dispetto delle classi sociali diverse come nella Traviata.
Il partigiano Luigi Pestalozza amava ripetere che le guerre non vanno più fatte non perché si muore ma perchè si uccideUn fascista morto è comunque un uomo morto.
Riposa in pace compagno Lupi, i partigiani con alla testa il tuo comandante Stefano ti aspettano nel paradiso dei giusti e noi da parte nostra non smetteremo di ricordarti.

 Maurizio Pratesi

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luigipestalozzaCari compagni,
la nostra Sezione ANPI 25 Aprile è oggi in lutto.
Il compagno Luigi Pestalozza, nostro Presidente Onorario, ci ha lasciati.  Non ho parole per esprimere i sentimenti che si agitano in me. Luigi era un vero antifascista. Partigiano combattente, torturato da repubblichini, salvato dal plotone di esecuzione, aveva visto nell’ANPI la prosecuzione di quei  valori che a 16 anni lo avevano portato alla clandestinità.
L’Italia diceva, non è un Paese democratico perché nega l’antifascismo.
In queste poche parole c’è tutta l’amarezza di partigiano deluso che lo ha guidato nel corso della sua esistenza.
Luigi Pestalozza era  uno storico della musica famoso in tutto il mondo.
Riposa in pace Luigi, i  compagni partigiani con in testa il tuo Comandante Bruno Trentin ti aspettano nel paradiso dei giusti.
Maurizio Pratesi
Presidente Sezione ANPI 25 Aprile Città Studi
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E’ con immenso dolore che comunico la scomparsa del compagno LUIGI PESTALOZZA, Vice Presidente dell’ANPI Provinciale di Milano.
Di famiglia antifascista – il padre fu uno dei sette avvocati di Milano che non si iscrisse mai al fascio – Luigi partecipò alla Resistenza a Milano nelle formazioni di Giustizia e Libertà con Bruno Trentin.

Nel dopoguerra Luigi é stato per lunghi anni dirigente del Partito Comunista Italiano e successivamente di Rifondazione Comunista e del Partito dei Comunisti Italiani.
Ha ricoperto l’incarico di docente di Storia della Musica alla scuola di Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano, all’Accademia di Belle Arti di Brera, all’Università La Sapienza di Pisa.
Qualche anno fa gli è stato conferito l’Ambrogino d’Oro.
Quella per l’ANPI è stata per Luigi una scelta di vita.
Il suo impegno, il suo contributo alla nostra Associazione è stato continuativo ed incessante.
Stenuo difensore della Costituzione, si è sempre battuto per la sua attuazione e per la sua conoscenza soprattutto tra i giovani.
Mancherà a tutti noi la sua passione, la sua preparazione, il suo spessore culturale.
Personalmente oltre a perdere un compagno perdo un amico che mi ha sempre incoraggiato, nel mio difficile compito di Presidente provinciale, a proseguire il cammino intrapreso, offrendo la sua più ampia e completa disponibilità.
L’ho sentito lunedì 13 febbraio, il giorno prima che venisse ricoverato.
Il suo ultimo pensiero era rivolto all’ANPI e alla sua sezione 25 Aprile, di cui era Presidente Onorario.
Mi aveva pregato di portare il suo saluto alla tradizionale assemblea annuale.
Questa è l’immagine di Luigi che conserverò sempre nel cuore.
Al figlio Alessandro, ai familiari e ai compagni un affettuoso abbraccio.

Roberto Cenati
Presidente ANPI Comitato Provinciale di Milano

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Con dolore e commozione apprendiamo della scomparsa di Luigi Pestalozza.
Partigiano, nelle formazione di Giustizia e Libertà. Un uomo di profondissima sensibilità
civile ma anche artistica. Dirigente del PCI e poi dell’ANPI provinciale, fu un musicologo di
chiara fama: docente di Storia della Musica alla scuola di Arte Drammatica del Piccolo
Teatro di Milano, all’Accademia di Belle Arti di Brera, all’Università di Pisa. Numerose le
collaborazioni giornalistiche: oltreché direttore della rivista Musica/Realtà scrisse per
l’Unità, Problemi del socialismo, Rinascita.
Ci lascia un autentico e appassionato spirito di libertà, un intellettuale attentissimo
alle dinamiche sociali del Paese e sempre pronto ad intervenire qualora si rendesse
necessaria una parola di lucida saggezza e intelligenza del futuro.
Ai Familiari, agli amici e alle amiche dell’ANPI Provinciale di Milano, giungano le
nostre più sentite condoglianze e una piena e affettuosa vicinanza.

PRESIDENZA E SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

anpilogo

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Gli interventi dei “nostri”

Libero Traversa, presidente onorario della Sezione 25 Aprile – Città Studi

Mi fa un certo effetto prendere la parola in un luogo dove 25 anni fa ho assistito alla fina di una grande forza politica antifascista: quella di Antonio Gramsci e di Arrigo Boldrini, il nostro Bulow.
Siamo rimasti in pochi, anche qui, tra quelli che hanno dato vita alla Resistenza, molte compagne e molti compagni ci hanno lasciato in questi anni. Ma lasciatemi ricordare tre compagni milanesi che ci hanno lasciato negli ultimi mesi e che hanno fatto la storia dell’ANPI.
Tino Casali, nostro presidente nazionale, Armando Cossutta, vice-presidente nazionale, Gianfranco Maris, presidente dell’ANED. Ho condiviso con loro la mia vita politica, ma anche quella personale: sono vuoti che non si possono riempire.
congranpimiIl documento predisposto per il Congresso nazionale è stato approvato dal Congresso provinciale di Milano dal 96 per cento dei delegati (con 2 voti contrari e 7 astenuti).
Il documento tra le sue righe cerca di dare una risposta alla domanda: cosa è oggi l’ANPI?
Certo non è più l’Associazione composta dai soli partigiani, patrioti, deportati, famigliari di caduti della guerra di Liberazione. Ormai è un’altra cosa, come è stata definita dal Congresso di Chianciano del 2006.
L’ANPI è la casa degli antifascisti. Certamente. Non è un partito politico, anche se al suo interno vi sono iscritti a qualche partito (anche se io non ho mai chiesto a qualcuno nell’ANPI per chi vota). E non è un centro sociale, né una associazione d’arma.
E allora? Bisogna allora affermare che l’ANPI è una organizzazione di lotta per la democrazia e la Costituzione antifascista, erede della storia e dei valori della Resistenza. Quindi una organizzazione autonoma dai partiti e dai governi. Di qui il nostro impegno senza se e senza ma per il NO nel referendum-truffa sulle riforme istituzionali, come abbiamo fatto anche nel passato.
L’ANPI ha sostenuto il voto per la Repubblica nel referendum del 1946, ha partecipato alla battaglia contro la legge truffa nel 1953 (vinta anche con il voto di chi non era di sinistra). 23marzo02L’ANPI era alla testa della protesta contro il governo Tambroni nel 1960, ha sostenuto nei referendum il divorzio e l’aborto, la difesa della scala mobile nel 1985, la difesa dell’art.18 nel 2002 e da ultimo contro le riforme istituzionali proposte dal governo Berlusconi nel 2006.
Del tutto logica e normale, oltre che doverosa, la posizione dell’ANPI per il NO alle riforme istituzionali, per cambiare l’Italia attuando la Costituzione, come ha detto il nostro caro Presidente Carlo Smuraglia.
L’ANPI ha nel suo DNA la lotta per la pace, come prescrive l’art. 11 della Costituzione.
La lotta per la pace è anche lotta per l’indipendenza della nostra Patria, come dice il titolo del nostro del nostro giornale, appunto “Patria indipendente”.
patriaLa sovranità dell’Italia è stata perduta per colpa della guerra fascista. Oggi l’Italia è un paese a sovranità limitata proprio per la guerra voluta da Mussolini accanto a Hitler. Per colpa della guerra voluta dal fascismo l’Italia ha perso la sua sovranità. Con l’adesione dell’Italia alla NATO, l’Italia è diventata avamposto delle basi americane, dal Dal Molin a Ghedi, al porto di Napoli, a Sigonella con droni, al MUOS di Trapani e in decine di altri posti. Sempre con l’appartenenza alla NATO l’Italia è stata al centro della strategia della tensione: da Piazza Fontana a Piazza della Loggia, alla stazione di Bologna, con il terrorismo fascista, i servizi deviati e golpisti, con il SIFAR, il SISDE, l’operazione Gladio.
Sono 120 le basi militari NATO e USA in Italia più 20 segrete, con presenza di ordigni nucleari.
Ma anche l’obbligo che è derivato con l’adesione a operazioni militari all’estero come in Kosovo (a fianco dei musulmani contro i cristiani ortodossi serbi). in Afganistan e Iraq, contro i musulmani, e magari adesso in una pericolosa guerra in Libia contro i libici. Con guerre terribili che causano distruzione e morte, che provocano l’ondata immigratoria in Italia e in Europa.
Con l’ambiguità della situazione in Israele, con i diritti negati ai palestinesi, e in Ucraina dove c’è in governo golpista e fascista, ma ci viene imposto un embargo alla Russia, fortemente dannoso per la nostra economia.
In tutto quadro emerge sempre la subalternità dell’Italia verso organismo sovranazionali come la NATO e la stessa Unione Europea. E pensare che l’Italia ha quasi 5 mila soldati impegnati all’estero 78 Paesi. Stare nella NATO ci costa 64 milioni al giorno (fonte governativa).
Penso che sia ora che l’Italia si ponga concretamente il problema di recuperare la sua sovranità nazionale e la sua indipendenza, perdute a causa della guerra fascista di Mussolini, anche di fronte ad altri pericolosi attentati alla nostra sovranità economica come il TTIP, il cosiddetto trattato di libero scambio tra USA e Unione Europea.

E meno male che c’è stata la Resistenza che ha riabilitato il nostro popolo, che ha permesso la conquista della libertà, della Repubblica e della Costituzione!

benecomuneAltro tema sul quale l’ANPI è impegnata: l’eguaglianza dei diritti, come dettato dall’art.3 della Costituzione. E poi: la difesa del lavoro, dello stato sociale, della scuola e della sanità pubbliche, dell’ambiente, dei diritti civili.
Contro ogni forma di razzismo, sessismo, bullismo, tutta roba che richiamano in campo il fascismo.
Ecco perché dobbiamo pretendere dalle istituzioni della Repubblica e dai partiti il rispetto della Resistenza e dell’impegno antifascista, come richiesto dall’ANPI e dall’Istituto Cervi nel documento presentato al Presidente della Repubblica. Ecco perché sottoporre una nostra richiesta alle liste e ai candidati alle prossime elezioni comunali. Dobbiamo richiedere un fermo impegno antifascista e quindi la negazione di sedi e locali per iniziative neofasciste, oltre che una ferma opposizione ad ogni iniziativa di carattere neofascista e razzista, in luoghi pubblici , ma anche in luoghi privati.

Per portare avanti le nostre idee, i nostri programmi, occorre recuperare qualcosa che appartiene solo all’ANPI: quello che io chiamo “lo spirito dell’ANPI”. È qualcosa che si deve sentire dentro di noi, che ci deve accomunare e aiutarci nell’impegno di oggi, quello stesso spirito che ha animato la Resistenza e l’antifascismo. È qualcosa che è solo nostro.

Roberto Cenati, presidente Comitato Provinciale di Milano

Il virus del nazionalismo che fu all’origine della Prima e della Seconda Guerra Mondiale si sta pericolosamente ripresentando in Europa, pervasa anche dal ripresentarsi di movimenti neofascisti, antisemiti e xenofobi. Il nostro continente sembra soltanto capace idomenidi erigere muri, reticolati e barriere di filo spinato per impedire l’afflusso di centinaia di migliaia di esseri umani che vi cercano rifugio, per fuggire dalle guerre e dalla fame. Non è questa l’Europa sognata da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni nel Manifesto di Ventotene. Quella era un’Europa fondata sui principi di solidarietà, che guardava alle sofferenze della gente. È urgente ripristinare quella sensibilità civile, quell’attenzione ai più deboli, cardini di un mondo più giusto. Se l’Europa non recupera quei valori rischia di disgregarsi.

Siamo chiamati ad un forte impegno nella delicatissima fase che stiamo attraversando, rappresentato dalla intransigente difesa della Costituzione repubblicana, l’eredità più preziosa trasmessaci dalla Resistenza, combattuta da uomini e da donne che si conquistarono il diritto di voto partecipando alla Guerra di Liberazione.

Abbiamo più che mai bisogno della autorevolezza, della competenza, della disponibilità di Carlo Smuraglia che ha guidato con passione   la nostra Associazione nei cinque anni della sua Presidenza e al quale chiediamo di continuare nel suo disinteressato impegno.

parlamentoUna prima osservazione da avanzare, spesso dimenticata, è che le revisioni costituzionali sarebbero varate da un Parlamento di non eletti, ma di designati dai partiti, grazie ad una legge elettorale dichiarata incostituzionale. Ricordiamo, inoltre, che l’articolo 138, che disegna il percorso della revisione costituzionale, funziona per le riforme medio-piccole e non prevede la modifica di oltre 40 articoli della Costituzione, così come contemplato nella legge di revisione approvata dal Parlamento.

Proprio recentemente è stato sottoscritto un documento da 56 costituzionalisti che si sono apertamente schierati per il NO. Tra le motivazioni si legge che una riforma costituzionale di grande peso, come quella che attiene alla eliminazione o trasformazione di una delle due Camere, non può essere neppure concepita per semplici ragioni di risparmio di spesa, come si dichiara addirittura nel titolo della legge di revisione. Il buon funzionamento delle istituzioni non è un problema di costi, bensì di equilibrio tra organi diversi e di potenziamento, non di indebolimento delle rappresentanze elettive. Tantomeno una revisione costituzionale di grande rilevanza non può essere proposta dal Governo, perché se c’è una questione che non ha niente a che fare con il governo è la Costituzione.

art70A chiunque avesse poi dei dubbi su come votare, si consiglia di confrontare il vecchio e il nuovo articolo 70 della Costituzione. Un rigo il primo (“La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere), una pagina e mezzo quello approvato dal Parlamento.

C’è chi teorizza che “se a ottobre vince il no per le riforme è finita”. Il termine riforma assume per noi una valenza positiva che non può significare stravolgimento della Costituzione. Bisogna certamente cambiare il Paese. Ma per far questo non si può pensare, come si sostiene, di “modernizzare” la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Il Paese lo si cambia attuando la Costituzione nei suoi principi e nei suoi valori fondamentali, a cominciare dall’art.1 che recita “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.

scalfaroOscar Luigi Scalfaro nel libro La mia Costituzione, osservava: “La mia convinzione è che ogni cittadino è garante della Costituzione e se ognuno sente di essere garante, allora la garanzia diventa forte, marcata. Appena ci sono sintomi di fatti e comportamenti che turbano norme e principi, ciascuno deve sentire il dovere di muoversi. Il referendum è l’unica ipotesi di democrazia diretta, in cui il popolo esercita la sua sovranità. Ma quante volte si va a votare con approssimazione? Nel caso del referendum costituzionale il rischio è enorme. Il voto anche su un solo punto della Costituzione non tollera slogan pubblicitari o elettorali. Attenzione dunque. Mille volte attenzione quando si vota la Costituzione. E una Costituzione sbagliata compromette l’oggi e il domani. Bisogna pensare ed essere ben responsabili quando sono in gioco le regole. Nessuno può stare a casa a dormire, come se la cosa riguardasse altri.”

Su questo terremo, nei prossimi mesi, ci dovremo tutti appassionatamente impegnare.

Ordine del giorno sulla Libia, presentato da Roberto Cenati,  approvato dal XVI Congresso nazionale dell’ANPI

Il Medio Oriente e il Nord Africa sono regioni destabilizzate attraversate da conflitti sempre più sanguinosi. In questo delicatissimo quadro appare indispensabile scongiurare l’ipotesi dell’invio di militari italiani in Libia, solo perchè ce lo chiederebbe il governo Serraj, recentemente insediatovi. Governo non rappresentativo delle fazioni in lotta, per nulla popolare e gradito da Tripoli e da Tobruk.
noguerraUna tale operazione militare alla testa della quale ci sarebbe l’Italia, resasi protagonista di una tragica storia di paese colonizzatore in terra libica, rischierebbe di aggravare la complessa e intricata situazione in quel territorio, come già avvenuto nel corso dell’intervento militare in Libia tra il marzo e l’ottobre del 2011.
L’operazione, inoltre, anziché debellare, potrebbe rafforzare la presenza dell’Isis, che fa capo alla città di Sirte.
La guerra è il contrario dei diritti umani perchè ogni guerra li calpesta e li annulla.
Tra i nostri valori dobbiamo collocare la pace, il bene più prezioso della Resistenza italiana ed europea, che furono guerra alla guerra.
Nostro compito è osservare e applicare con coerenza l’articolo 11 della Costituzione repubblicana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.”
All’obiettivo della pace bisogna dunque ispirare una parte saliente della nostra azione.

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coop20feb-piccola_optIl Congresso della Sezione ANPI 25 Aprile di Milano Città Studi, in preparazione del XVI Congresso Nazionale dell’ANPI, si è tenuto lo scorso sabato 20 Febbraio 2016 presso il salone della Cooperativa “La Liberazione” in via Lomellina 14 Milano.

 

 

 

Il Congresso ha approvato all’unanimità il documento congressuale dell’ANPI Nazionale e tre emendamenti allo stesso sui temi

Quadro internazionale – La pace – La scuola

I lavori del Congresso sono stati preceduti da un minuto di silenzio in commemorazione dei compagni Tino Casali e Franca Colle, recentemente scomparsi, e di Vittorio Arrigoni e Giulio Regeni testimoni della lotta antifascista.

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I lavori si sono poi conclusi con la relazione della commissione politica con lettura di un ordine del giorno approvato all’unanimità e con la proposta della commissione elettorale dei delegati al Congresso provinciale cui la Sezione ha diritto e del nuovo Comitato di Sezione, infine sono stati chiusi dall’intervento conclusivo di Roberto Cenati, Presidente dell’ANPI Provinciale

Verbale del congresso

Nel corso della giornata è stata inaugurata, alla presenza della vedova e di un nipote, la targa commemorativa del compagno Tino Casali, affissa nella sede della Cooperativa “La Liberazione”.

Immagini dal congresso

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CONGRESSO DI SEZIONE

congresso_2016In preparazione del XVI° Congresso Nazionale dell’ANPI (Rimini, 12-15 maggio 2016)l Congresso della Sezione si terrà

Sabato 20 febbraio –Salone della Cooperativa “La Liberazione” ,Via Lomellina 14

Ore 9.30 Apertura del Congresso
Insediamento della Presidenza e costituzione delle commissioni politica ed elettorale
Relazione politica del Presidente Maurizio Pratesi
Saluto di partiti e associazioni

Ore 10.15 Relazione Amministrativo-Finanziaria
Votazione Bilancio

Ore 10.30 Inizio del dibattito congressuale

Ore 12.30 Pranzo associativo
Riunione delle commissioni

Ore 14.00 Relazione delle Commissioni
Votazioni su documenti congressuali

Ore 15.00 Relazione finale del rappresentante dell’ANPI Provinciale Roberto Cenati
Elezione Delegati al Congresso Provinciale
Elezione Comitato di Sezione

Nel corso della giornata verrà inaugurata la targa commemorativa in onore di Tino Casali

targadefcasali

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ASSOCIAZIONE CULTURALE SECONDO MAGGIO – MUSICA OGGI
GLI AMICI DI MUSICA/REALTÀ
con la collaborazione della CAMERA DEL LAVORO METROPOLITANA DI MILANO
presentano

BUON COMPLEANNO LUIGI
Omaggio agli 88 anni di Luigi PESTALOZZA

Auditorium Di Vittorio Camera del Lavoro di Milano
Corso di Porta Vittoria 21 Milano
Giovedì 18 Febbraio 2016 ore 21

pestalozzaStorico della musica tra i più rilevanti della scena nazionale e internazionale, organizzatore e divulgatore infaticabile di rassegne dedicate alla musica contemporanea, fondatore e direttore di una delle più importanti riviste musicali europee (Musica/Realtà), ma anche intellettuale di altissimo profilo e dirigente politico di rilievo, Luigi Pestalozza giunge in piena attività ai suoi ottantotto anni.

Per festeggiare il suo compleanno insieme a lui tre associazioni, amici musicisti e il pubblico che segue le vicende musicali del nostro tempo si ritrovano alla Camera del Lavoro di Milano in una serata originale e con un repertorio diverso da quello che ci si potrebbe aspettare da un omaggio a Pestalozza. Sarà infatti il jazz, nella sua dimensione europea, a porsi al centro del programma, con pagine originali in prima esecuzione, tra cui spiccano quelle di Enrico Intra arrangiate da Marco Gotti che altro non sono se non le trascrizioni di improvvisazioni pubblicate nel volume Auditotattile. Intra stesso, con il grande percussionista Ben Omar, sarà al piano per un duo in cui il mondo del jazz incrocia quello della musica contemporanea europea in un dialogo basato sull’improvvisazione totale. Il pianista Alfonso Alberti, particolarmente stimato da Pestalozza, eseguirà di Arnold Schoenberg “6 piccoli pezzi op. 19”.
Infine, la giovane e brillante Clelia Cafiero, nome più che emergente della scena italiana, eseguirà musiche che spaziano dalla Cuba fine ottocento all’Europa delle scuole nazionali sino all’espressionismo; tutti momenti cari alla sensibilità di Luigi Pestalozza, della cui figura parleranno anche colleghi, musicisti e rilevanti figure istituzionali della città di Milano.

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